di Massimiliano Catapano
L'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno si conferma ancora una volta un punto di riferimento per l'innovazione medica e la qualità delle cure. Il reparto di Radioterapia, diretto dal dottor Davide Di Gennaro, ha recentemente concluso con successo il primo ciclo di Radioterapia Stereotassica della Mammella, utilizzando l'avanzato sistema Gammapod, un traguardo di grande rilevanza per la sanità del Mezzogiorno e per l’intera comunità scientifica italiana. L’importanza di questa tecnologia è notevole: si tratta del quinto apparecchio al mondo e l'unico attualmente in funzione nell'Italia Meridionale, progettato specificamente per trattamenti mirati alla mammella con metodiche di estrema precisione. Il Gammapod consente di effettuare irradiamenti altamente selettivi, preservando tessuti sani circostanti come cuore e polmoni, grazie a una tecnica innovativa che prevede il trattamento con la paziente in posizione prona.
Un caso clinico che segna un punto di svolta
La prima paziente sottoposta a questo tipo di trattamento aveva già affrontato una radioterapia tradizionale undici anni fa, sempre presso il Ruggi. Tuttavia, nel corso di un controllo di routine, lo scorso anno le è stata diagnosticata una recidiva di 7 millimetri di diametro, che ha richiesto un intervento chirurgico conservativo e la successiva necessità di una nuova radioterapia. Affrontare una reirradiazione con metodiche convenzionali avrebbe potuto esporre la paziente a rischi elevati di tossicità cutanea e possibili danni cardiaci, rendendo necessario individuare un’alternativa più sicura ed efficace. È stato quindi proposto il trattamento con il Gammapod, un’opzione ritenuta altamente raccomandabile, se non addirittura elettiva per situazioni di questo tipo.
Dopo un'attenta valutazione con risonanza magnetica e TAC di centramento, il trattamento è stato eseguito in cinque sedute nell’arco di due settimane, con risultati straordinari: nessuna tossicità registrata e un decorso perfetto. L'equipe medica che ha reso possibile questo straordinario successo include, oltre al dottor Davide Di Gennaro, i dottori Arturo Losco, Giuseppe Scimone, Ernesto Falcone, Bruno Curcio e Diana Laslo, supportati dagli specialisti della Fisica Sanitaria, i dottori Antonio Orientale, Immacolata Pilotti, Silvio Maffei e Pierluigi D’Andria, senza dimenticare il prezioso lavoro svolto da tecnici e infermieri.
L’innovazione del "Ruggi" di Salerno in ambito internazionale
L'eccezionale livello raggiunto dalle tecniche di stereotassi presso il "Ruggi" di Salerno ha attirato l'attenzione della comunità scientifica internazionale. Tanto che sia il reparto di Radioterapia che quello di Fisica Sanitaria sono stati invitati a presentare i risultati di questa esperienza innovativa al prestigioso Congresso della Radiosurgery Society, in programma a Tucson, Arizona, dal 20 al 22 marzo. Un riconoscimento di enorme prestigio: il "Ruggi" di Salerno sarà l’unico centro europeo a intervenire in questa sede, portando la propria esperienza nel trattamento dei tumori solidi di grandi dimensioni con metodiche all’avanguardia, e confrontandosi con i principali esperti del settore provenienti dai centri di eccellenza americani. Questa non è la prima occasione in cui il "Ruggi" si distingue a livello internazionale: di recente, il team ha già condiviso le proprie conoscenze nel corso del Congresso FRPT di Roma, evento di spicco nel panorama della radioterapia oncologica.
Un impegno costante per l’evoluzione della sanità in Campania
La Direzione Strategica del "Ruggi" ribadisce il proprio impegno, insieme alla Regione Campania, nel promuovere l’innovazione tecnologica e scientifica, investendo in strumenti sempre più avanzati per garantire cure efficaci, sicure e sempre più personalizzate per i pazienti. L’obiettivo è chiaro: fare del "Ruggi" di Salerno un polo di eccellenza non solo a livello regionale, ma anche nazionale e internazionale, consolidando il suo ruolo di punto di riferimento per la cura e la ricerca in oncologia radioterapica. L’eccezionale risultato ottenuto con il primo ciclo di cure con il Gammapod rappresenta un passo avanti fondamentale, non solo per il Ruggi, ma per l’intero panorama sanitario italiano, dimostrando come l'innovazione e la competenza possano tradursi in trattamenti sempre più efficaci e sicuri per i pazienti.
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