Entra nel vivo la stagione della Reale Mutua Fenera Chieri '76 che, conquistata l'andata delle Semifinali di Challenge Cup con il convincente blitz di Istanbul, martedì è tornata a disimpegnarsi sul suolo tricolore superando al tie break Vallefoglia. A fotografare il momento vissuto dalla formazione piemontese ci pensa Gaia Guiducci: "Inizialmente abbiamo avuto bisogno di un normale periodo di rodaggio ed assestamento, naturale avendo cambiato tante pedine. Ciò ha giustificato il poco equilibrio iniziale ma è bastato poco per trovare la quadra e cominciare a carburare come si dive. Stiamo facendo molto bene in Coppa, in campionato vogliamo chiudere il girone di ritorno recuperando qualche punto perso in avvio e poi si vedrà, non vogliamo avere limiti nel far sempre meglio. Abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti ed avere gli stimoli giusti per farlo".
La classe 2002 cresciuta nel fulgido vivaio della Volleyrò Casal de' Pazzi porta avanti con grandi sacrifici anche gli impegni extra sportivi: "Conciliare lo studio con l'attività sportiva è difficile ma possibile. E' sempre bello vedere sportivi portare a termine, ovviamente con tempistiche diverse, percorsi accademici e crearsi una strada da perseguire in futuro. Indubbiamente è tutta una questione di disciplina, impegno, costanza ma, anche grazie alle possibilità offerte da Università telematiche e facoltà che non richiedono obbligo di frequenza, un modo per portare avanti il duplice 'lavoro' lo si trova sempre. Certo, considerando che stimoliamo molto il nostro corpo con l'attività fisica, non è facile sottoporlo ad ulteriori stimolazioni ma alla fine prevale la voglia di fare, spinti dall'avere più interessi".
Una passione ereditata in famiglia e proseguita in maniera spontanea: "Mia mamma ha giocato sia indoor che a Beach Volley, sin da piccolina l'ho seguita soprattutto nei suoi tour in spiaggia in giro per il Mondo. Mio padre ha giocato tanti anni a Basket, mio nonno è stato calciatore ad alti livelli. Diciamo che lo sport è sempre stato affare di famiglia. Personalmente non sono mai stata orientata o spinta verso una disciplina in particolare, non ho mai avuto pressioni. Sono passata dalla Ginnastica Artistica al Nuoto, dall'Atletica al Basket ma quando ho cominciato con la Pallavolo non ho più voluto cambiare, mi sono sentita nel posto giusto: lo sport cucito su misura per me. Fino ai 15/16 anni ho giocato da posto 4 poi, per un discorso di futuribilità, mi hanno spostata palleggiatrice. Preferivo indubbiamente il mio ruolo d'origine, dovendo adattarmi a meccanismi diversi ma col tempo sono entrata nella parte e ora posso dire che mi piace molto anche questo attuale".
L'atleta capitolina ha scalato rapidamente la piramide in cabina di regia passando dalla sua Roma a Perugia, Firenze, Trento ed infine Chieri. Con nel mezzo una vetrina tutta azzurra: "La vittoria del Mondiale Under 20 rappresenta per me un ricordo indelebile, la ciliegina sulla torta di un'annata splendida ed emozionante. Difendere quei colori è un grande onore, non è mai stato un peso passare intere estati in ritiro, a maggior ragione se quel percorso unico lo condividi con ragazze che poi diventano come sorelle, mi ritengo fortunata ad averle conosciute e grata di averle ancora al mio fianco. Con le nazionali giovanili sono stati anni intensi con uno splendido gruppo. Esperienze che ti forgiano molto, ti insegnano come non mai la cultura del lavoro, la mentalità e la voglia di arrivare sempre più in alto. Nella mia trafila pallavolistica ho avuto modo di confrontarmi con tante persone e situazioni: quelle negative sono servite a diventare quella che sono oggi. Non c'è nulla che non rifarei in questo viaggio. Ringrazio molto le atlete più grandi che mi hanno dato consigli preziosi, tra le compagne che mi hanno lasciato di più cito tra le varie Imma Sirressi a Perugia e Sara Alberti quest'anno a Chieri con cui è bello condividere questi momenti".
Il focus torna ad orientarsi sul presente e futuro prossimo: "Non mi sbilancio tanto su sogni e desideri, la scaramanzia non guasta mai. Sicuramente ho voglia di divertirmi e cercare di alzare sempre più l'asticella degli obiettivi cercando di raggiungere il massimo. Non so cosa possa rappresentare il più alto possibile ma lo voglio scoprire facendo del mio meglio e non dando mai niente per scontato. La Pallavolo non è solo un gioco, per noi è linfa vitale e per questo s'intende non solo il sacrificio fisico ma anche viaggiare, vivere emozioni, esplorare nuovi mondi". In una valigia già colma di momenti cerchiati in rosso e titoli indelebili, Gaia è pronta a metterci nuovi panni intrisi dei suoi valori umani e tecnici con gli occhi di chi sa scorgere orizzonti indefiniti laddove altri vedono solo sentieri.
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