La settimana di Sanremo 2025 si è conclusa ufficialmente ieri con il tradizionale appuntamento di Domenica In su Rai 1, programma condotto da Mara Venier, la quale anche quest’anno ha dedicato un’intera puntata al Festival. Ricca di commenti, interviste, dibatti e retroscena, questa puntata ha scatenato un’inevitabile polemica. Al centro del dibattito c’è il playback, pratica già nota del post Festival. Le esibizioni pre registrate non sono passate inosservate agli occhi dei telespettatori, sollevando numerose osservazioni.
Non tutti gli artisti hanno accettato passivamente il playback. Alcuni hanno deciso di sfidare le convenzioni del programma con un tocco personale alle proprie esibizioni, altri hanno ironizzato sulla questione in modo particolare. Lucio Corsi e Brunori Sas si sono esibiti dal vivo, accompagnandosi con uno strumento, offrendo una versione un po’ diversa delle canzoni. Rose Villain e Stash hanno utilizzato il microfono al contrario. Anche Elodie ha dimostrato il suo disappunto, prima dell’esibizione ha schiettamente affermato "Il favoloso playback mi aspetta". Noemi invece non si è dimostrata particolarmente infastidita dalla questione, a differenza di molti anni fa. Olly si è buttato tra il pubblico, così come Rocco Hunt, il quale durante l’esibizione ha anche bevuto un caffè. Bresh, più simbolico, ha utilizzato un fiore al posto del microfono, mentre Gaia ha deciso di ballare e cantare senza microfono, dimostrando una volontà di uscire dagli schemi imposti dal programma.
Dunque le esibizioni in playback non sono state una scelta libera per tutti, gli artisti si sono dovuti adattare alle direttive della produzione di Domenica in e solo alcuni hanno potuto esibirsi dal vivo. L’opinione pubblica si è schierata in due lati opposti, così come il comportamento di alcuni degli artisti, che se pur divertente, ha evidenziato una contraddizione: da un lato, il desiderio di esibirsi in modo autentico, dall'altro la necessità di aderire a un formato televisivo accettando di fare i conti con il playback, prendendo comunque in considerazione di mettere in piedi questa protesta. L’ironia a cui abbiamo assistito però, solleva una riflessione più profonda. Il playback, pur essendo una pratica comune nel mondo della televisione e dello spettacolo, rappresenta una limitazione significativa alla libertà di espressione di un artista, in particolare per un cantante. La musica è una forma d'arte che si nutre di emozioni, autenticità e connessione con il pubblico. Quando un artista è costretto a esibirsi in playback, la sua capacità di esprimere appieno queste emozioni viene ridotta, poiché la performance è distaccata dalla realtà del momento e dal contatto diretto con la propria voce, creando una barriera cantante/pubblico. L'arte della musica non è solo nella composizione della canzone, ma anche nell'interpretazione e nell'esecuzione dal vivo, che sono le vere espressioni della libertà creativa di un artista. In questo senso, il playback non rappresenta che un limite alla piena realizzazione di un cantante come artista.
Chissà se Domenica In, programma da molto tempo già noto per questa sua attitudine alla censura, deciderà di rivedere la formula dello speciale post-Sanremo. Potrebbero esserci sorprese, con nuove modalità di esibizione, o forse assisteremo a nuove proteste da parte degli artisti che, ormai, sembrano stanchi di fare da "figuranti" per una performance registrata. Una cosa è certa: il Festival di Sanremo non finisce mai davvero, neanche dopo l'ultima serata, e questa vicenda è la conferma che la musica e il mondo dello spettacolo sono un terreno fertile per polemiche, nonchè per emozioni genuine.
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