Salerno, 18 febbraio 2025 – Un affascinante viaggio nel cuore del Rinascimento salernitano ha preso vita ieri nel Salone Bottiglieri del Palazzo della Provincia, grazie all'evento culturale intitolato "Isabella Villamarina e Paolo Grisignano, esponenti illustri dell’emancipazione femminile e del ceto dottorale nella Salerno del primo Cinquecento". L’iniziativa, organizzata dall'Associazione Culturale Adorea in collaborazione con il Parco Storico Sichelgaita - Hortus Magnus, ha attirato storici, studiosi e appassionati del patrimonio culturale locale, testimoniando il crescente interesse per il Rinascimento salernitano. Con i saluti istituzionali di Pasquale Sorrentino, consigliere provinciale delegato al turismo, e la partecipazione della docente di storia moderna Marianna Noto - in rappresentanza di Paola Aiello, direttrice del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell'Università di Salerno - il dibattito ha preso il via, mettendo in luce il ruolo cruciale della Corte dei Sanseverino e dell'Ateneo Salernitano nel Cinquecento.
Tra le figure emblematiche dell'epoca, Isabella Villamarina ha rappresentato un modello di donna rinascimentale capace di esercitare il potere con saggezza autentica. Maria Antonietta Del Grosso, profonda conoscitrice del periodo, ha illustrato la vita e il mecenatismo della principessa, sottolineando il suo ruolo di ponte tra la cultura spagnola e quella italiana. Come moglie del principe Ferrante Sanseverino, Isabella si trovò a gestire direttamente il governo del principato durante le assenze del marito, dimostrando notevoli doti politiche e diplomatiche. In un'epoca in cui il ruolo femminile era generalmente confinato alla sfera domestica o conventuale, la Villamarina si distinse per il suo sostegno agli intellettuali, per la promozione delle arti e per il suo impegno attivo in ambito religioso. La sua vicinanza a importanti esponenti dell’epoca suggerisce anche una connessione con le correnti riformatrici del tempo. La ricercatrice Silvia D’Agata ha ampliato la prospettiva, esplorando il ruolo delle donne del Cinquecento, tra cui Isabella, che contribuirono a plasmare una cultura in cui femminilità ed erudizione non erano più inconciliabili, toccando anche il tema delle accademie e dei salotti culturali femminili, che anticipavano di oltre un secolo le esperienze settecentesche.
Dopo aver esplorato l'ambito politico-culturale, si è passati all'ambito medico con l'intervento di Giuseppe Lauriello, storico della medicina, che ha ricostruito il percorso intellettuale di Paolo Grisignano, uno dei più rilevanti esponenti della Scuola Medica Salernitana nel XVI secolo. Priore della scuola nel 1529, Grisignano fu tra i primi a intuire l'importanza del sistema cardiocircolatorio. Il suo trattato "Sulenlus morbi tunicis" rappresentò un contributo fondamentale nello studio delle patologie umane. Vittori Bonani, autrice del volume "Paolo Grisignano, Priore della Scuola Medica" - il quale deriva da un attento lavoro filologico su una cinquecentina riscoperta - ha sottolineato come le sue osservazioni derivassero dall'integrazione tra la sapienza ippocratica, la tradizione araba e le nuove istanze rinascimentali. Interessante è stato il modo in cui Grisignano riuscì a combinare medicina, filosofia naturale e sperimentazione empirica nei suoi studi. È intervenuto anche Giovanni D'Angelo, presidente dell'Ordine dei Medici di Salerno, arricchendo la discussione. L'incontro, moderato da Aniello Palumbo, ha offerto spunti preziosi per una rivalutazione del Rinascimento salernitano, spesso erroneamente considerato marginale rispetto ad altri centri artistici più celebri. Tuttavia, come dimostrato dalle figure di Villamarina e Grisignano, Salerno fu un luogo di fioritura intellettuale capace di dialogare con le grandi capitali culturali dell’epoca.
La giornata è stata arricchita dalla proiezione di due filmati storici dedicati ai protagonisti dell’evento, che hanno permesso di immergersi negli scenari e nei contesti in cui vissero Isabella e Paolo. A coronare l'evento, la straordinaria esibizione della violoncellista Isabella Barbarini, che ha eseguito brani rinascimentali con un pregiato violoncello tedesco del Cinquecento, offrendo un’esperienza immersiva in grado di far rivivere le atmosfere del tempo. L’iniziativa, introdotta e conclusa da Paola Nigro e Clotilde Baccari, ha rappresentato un’importante occasione per rafforzare la consapevolezza del patrimonio storico di Salerno, dimostrando che lo studio del passato può offrire chiavi di lettura preziose anche per il presente. Ancora una volta è stato possibile far luce su due protagonisti spesso trascurati dalla storiografia, ma che hanno lasciato un segno indelebile. Il Rinascimento è stato un periodo di grandezza e innovazione, e Salerno merita di essere riconosciuta come uno dei centri significativi di quel movimento, ancora tutto da riscoprire!
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