Archiviato il netto successo interno con Nardò, la Faam Matese continua la propria corsa ai play-off nel girone I di B2 nel big match della 20a giornata sul campo della Mandwinery Cerignola, un autentico scontro diretto. Il capitano della compagine matesina Ilaria Pagliaroli fotografa le tappe salienti del percorso sin qui affrontato: "La prima parte della stagione è stata come un giro sulle montagne russe delle emozioni: vittorie al cardiopalma e sconfitte amare. Ma come dice il nostro coach: siamo dove volevamo essere. Attualmente la classifica ci vede condividere il terzo posto con Castellaneta, distanti un solo punto dalla seconda Cerignola. Siamo consapevoli che queste ultime giornate saranno fondamentali in chiave play-off e non vediamo l'ora di affrontarle. Mario, il nostro allenatore, affiancato da tutto lo staff tecnico, ci mette sempre nelle condizioni migliori per affrontare qualsiasi avversario. Lo studio che c'è dietro ogni singolo incontro ha dello straordinario. Siamo molto fortunate ad avere un team di professionisti di categoria superiore. Dopo ogni partita individuiamo le aree di miglioramento e lavoriamo su di esse. Ritengo sia la combo perfetta per affrontare questo rush finale. Per quanto riguarda il rapporto con le giovanissime l'esperienza mi ha insegnato che è bene sapere quanto sono importanti e quanto è prioritario che lo sappiano anche loro: sono la nostra linfa, le nostre gambe e la nostra voce quando non ne abbiamo più. Nel roster vantiamo giovani promesse che migliorano a vista d'occhio, entrano in momenti delicati della partita e dimostrano quanta voglia hanno di giocare. C'è una sana competizione che ci spinge tutte a dare sempre il meglio".
L'esperta atleta ciociara si dimena tra l'attività sportiva e quella professionale: "Conciliare attività sportiva e lavoro richiede una grande organizzazione. Bisogna avere obiettivi ben chiari e improntare lo schema settimanale e mensile in funzione di quest'ultimi. A volte non è facile rifiutare il viaggio di addio al nubilato della migliore amica o arrivare tardi, dopo l'allenamento, al compleanno della nonna ma, del resto, è la vita che abbiamo scelto. Se poi a tutto aggiungiamo il fatto che io continuo a divertirmi ad attaccare quel Mikasa come attaccavo quel Super Santos di 20 anni fa, mandare giù qualche rinuncia è cosa facile".
Un colpo di fulmine davanti alla tv: "La passione per la Pallavolo è nata quando avevo all’incirca 8 anni, guardando l’anime di Mila e Shiro. Io e mia cugina ci alternavamo nel ruolo di Mila (la pallavolista protagonista) e Daimon (l'allenatore severo) sotto casa con il SuperSantos, lo storico pallone arancione a bande nere. Non aveva niente a che fare con un Molten o un Mikasa, ma ci allenavamo a modo nostro tutti i giorni. Tornavamo da scuola, pranzavamo, facevamo i compiti e poi subito a giocare fino a quando non si affacciava mamma o zia dal balcone urlando che era pronta la cena. Nonostante mi piacesse tantissimo, però, non sono mai stata tesserata con alcuna società fino ai miei 17 anni. Avevo praticato il nuoto fino agli otto anni e la danza classica fino ai 16. Dopo un anno di opera di convincimento riesco a trascinare mia cugina in una società pallavolistica di Veroli (il mio comune di residenza) che si allenava a cinque minuti di strada da casa e che forniva il servizio navetta. Arrivate lì per la prima volta l'allenatore ci ha inserito nel gruppo delle più piccole, una Under 16, visto che c'eravamo presentate come autodidatte. Nel giro di pochi allenamenti eravamo già in prima squadra (una Seconda Divisione che per noi era un onore!), al termine della stagione l'allenatore di una società di Frosinone mi contatta per sapere se fossi interessata al loro progetto. Non ero ancora patentata e prendevo i mezzi per raggiungere gli allenamenti, sempre in compagnia di mia cugina. Non era facile, ma tutto ci spingeva a non mollare: allenamenti stimolanti, sfide sempre più grandi e più divertenti. Piazze migliori e categorie superiori iniziavano a contattarmi, quasi non ci credevo. Sant'Elia, Castelbellino, Verona… È stato questo a spingermi a continuare: la Pallavolo mi aveva dato la libertà di vivere senza dipendere dai miei genitori in posti d'Italia sempre diversi. A scegliere il mio ruolo non sono stata io, bensì il mio primo allenatore, forse pensava fosse quello in cui avrei fatto meno danni. - scherza - Comunque, qualsiasi sia stata la motivazione, devo ringraziarlo. Credo sia stata la scelta migliore per me".
Un curriculum variegato di momenti da cerchiare in rosso e legami inscindibili: "Senza ombra di dubbio il ricordo sportivo al quale sono più legata è la promozione in Serie B con la Polisportiva Matese. Gran merito va a Toni Scappaticcio che adesso, purtroppo, ci guarda da una prospettiva più alta. Eclettico, paziente e saggio ha modellato una squadra al di là di ogni aspettativa. Ha cambiato ruoli, giocato una Pallavolo non convenzionale e aperto tante nuove prospettive inimmaginabili. Sportivamente parlando rifarei tutto quello che ho fatto perchè ogni scelta, giusta o sbagliata, mi ha portata dove sono ora come sono ora. La compagna di squadra che mi ha più lasciato il segno è diventata anche una delle mie migliori amiche: Julia Bochagova. La grinta fatta persona. Instancabile lavoratrice con un pizzico di follia (anche due): la compagna di squadra che vorrei sempre al mio fianco".
Piedi per terra e tanta determinazione per affrontare il rush finale: "Quest'anno ci sono state partite durante le quali mi sono veramente emozionata nel viverle, abbiamo giocato una Pallavolo di una qualità superiore e l'obiettivo è quello di replicare queste performance sempre più spesso. Inoltre sono pochi gli anni in cui ho avuto la sensazione che i miei obiettivi e sogni individuali siano anche quelli collettivi. Questo è uno di quelli! Il nostro obiettivo sono i play-off, il sogno, ovviamente, la promozione". Umiltà, dedizione, figura di riferimento di squadra e società: Ilaria Pagliaroli con il suo 17 sulla maglia sfida la cabala napoletana ed ha tutte le credenziali umane e tecniche per spiccare ulteriormente il volo con le sue aquile gialloverdi.
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