di Massimiliano Catapano
Una vasta operazione antidroga ha scosso le province di Salerno e Potenza, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone, tutte coinvolte - secondo l'accusa - in una rete ben strutturata di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, è stata condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno, con il supporto delle unità territoriali dell’Arma, del Nucleo Cinofili di Sarno e del 7° Nucleo Elicotteri. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Salerno, ha previsto per nove indagati la custodia cautelare in carcere e per altri dieci gli arresti domiciliari. Le accuse, a vario titolo, riguardano l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, la detenzione e la cessione illecita di stupefacenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero due le organizzazioni criminali individuate, indipendenti ma attive sullo stesso territorio. La prima, composta da 11 soggetti, sarebbe stata diretta da Manuel Miano, 27enne nato a Piacenza ma residente a Salerno, e dalla sua compagna Federica Altamura, 28 anni, originaria anch’ella del capoluogo. La coppia, che secondo gli inquirenti occupava un ruolo di vertice, avrebbe gestito un’articolata rete di spaccio, reclutando periodicamente venditori al dettaglio, dotati di utenze telefoniche dedicate e licenziati in base alle esigenze operative. A coadiuvare i due presunti capi vi era Giuseppe Criscuolo, 31 anni, indicato come braccio destro operativo della coppia. Tra i fornitori principali del gruppo compaiono anche Antonio Noschese, noto come "Tonino Pupatella", classe 1944, e il nipote Giovanni De Crescenzo, 29 anni: entrambi ritenuti partecipi a pieno titolo dell’organizzazione, con Noschese accusato anche di esercitare una funzione di controllo interno, conoscendo nel dettaglio le dinamiche operative del gruppo.
La seconda rete di spaccio, formata da sei persone, sarebbe stata invece guidata da Alfonso Santaniello, 34 anni, originario del quartiere Scampia di Napoli. Secondo le risultanze investigative, Santaniello avrebbe mantenuto un profilo più defilato, evitando di partecipare direttamente alle cessioni, ma esercitando una costante supervisione sulle attività dei suoi principali collaboratori, Bruno Forte, 61 anni, e Fortunato Natale, 30. A entrambi, stando all’ordinanza, sarebbe stato riconosciuto uno “stipendio” mensile da 1.000 euro, oltre all’uso di un’auto, in cambio della gestione capillare dello spaccio non solo nell’area salernitana ma anche nei territori di Cassino, Formia e Maddaloni. A completare il quadro investigativo, la posizione di Teresa Vitolo, 42 anni, e Daniele Abate, 45, entrambi destinatari di misure cautelari per singoli episodi di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Tutte le misure cautelari, come di consueto in questa fase del procedimento, sono soggette a eventuale impugnazione. Le accuse mosse saranno oggetto di approfondita valutazione nel corso delle fasi successive del procedimento penale. Le indagini proseguono, mentre le autorità non escludono ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.
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