di Gerardo Fenucciu
Il 25 marzo non è un giorno qualunque. È il Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Divina Commedia, uno dei testi più straordinari e influenti della storia della letteratura. È il momento in cui l’Italia si ferma per ricordare un uomo che con le sue parole ha attraversato i secoli, illuminando il cammino della cultura, del pensiero e dell’identità nazionale. La data del 25 marzo è stata scelta perchè, secondo molti studiosi, proprio in quel giorno Dante avrebbe iniziato il suo viaggio immaginario tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Un viaggio che non è solo una visione religiosa o poetica, ma anche una riflessione profonda sulla vita, sulla giustizia, sull’amore e sulla redenzione. Leggere Dante oggi significa ancora entrare in contatto con qualcosa di vivo, potente, necessario. In questo spirito si inserisce un pensiero scritto con il cuore, che vuole rendere omaggio al Sommo Poeta con parole sincere:
"A Dante Alighieri
Oh sommo poeta, che dalla divina ispirazione, sei stato grande nella tua divina commedia. A te va il mio apprezzamento di tal opera che hai lasciato ai posteri. Da tutti ti leggono con dedizione e ammirazione. Dalle tue opere traspare la tua volontà di essere uomo di tanta dottrina. Di essere stato un uomo che con tanta eloquenza hai ispirato il pensiero moderno".
Un tributo semplice, ma autentico. Perchè Dante non è soltanto un autore da studiare sui banchi di scuola: è una voce ancora capace di scuotere le coscienze, di parlare a ognuno di noi, di ricordarci quanto potere abbiano le parole quando sono usate per cercare la verità. Ricordare Dante significa anche ricordare chi siamo. Significa riscoprire il valore della lingua, della conoscenza, della bellezza. Significa sfogliare le pagine della Commedia e trovarci dentro noi stessi: le nostre debolezze, i nostri sogni, le nostre domande più profonde. Il Dantedì non è solo una celebrazione del passato. È un invito a guardare avanti, portandoci dentro la forza delle sue parole. Perché ogni volta che torniamo a leggere Dante, ritroviamo non solo un grande poeta, ma anche un maestro di umanità.
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