di Massimiliano Catapano
Una lunga fila di magliette bianche, tutte con lo stesso volto stampato sopra. Davanti all’ingresso della casa circondariale di Fuorni si sono radunati amici, parenti e conoscenti di Renato Castagno, il 37enne salernitano deceduto nei giorni scorsi in circostanze ancora da chiarire, dopo aver accusato un malore all’interno del carcere. Una protesta silenziosa, composta, carica di dolore. Nessun grido, nessuno slogan: solo uno striscione affisso all’inferriata, con su scritto "Giustizia per Renato", e decine di lumini accesi, a fare luce su una vicenda che, al momento, è ancora avvolta da ombre. Il volto di Renato - giovane, sereno, quasi a chiedere spiegazioni - è diventato il simbolo di una battaglia che i suoi cari vogliono portare avanti con dignità. "Non possiamo accettare che una persona muoia così, senza sapere come e perchè", ripetono in coro. La manifestazione, tenutasi nella serata di ieri, ha avuto il tono di un addio collettivo, ma anche quello di un atto di accusa: un invito a non archiviare troppo in fretta la storia di un uomo che, per chi lo conosceva, "aveva ancora tanto da dire e da dare".
Sulla vicenda, la Procura di Salerno ha già aperto un fascicolo d’indagine. Al momento, l’inchiesta è a carico di ignoti, ma l’obiettivo degli inquirenti è quello di ricostruire in modo dettagliato quanto accaduto nelle ore - o forse nei minuti - che hanno preceduto la morte di Renato. Fondamentale sarà l’esito dell’autopsia, che dovrà stabilire le cause esatte del decesso e chiarire se si sia trattato di un evento improvviso o, come ipotizzato dal legale della famiglia, di un dramma evitabile. Secondo l’avvocato De Concilio che assiste i familiari (foto La Città), i soccorsi sarebbero arrivati con colpevole ritardo. Quando Renato è stato trasportato in ospedale, infatti, sarebbe già stato privo di vita. Un dettaglio che, se confermato, aprirebbe interrogativi gravi sull’efficienza dei protocolli sanitari all’interno del carcere. "Chiediamo solo che venga fatta chiarezza. Non vogliamo vendetta, ma verità e giustizia", ha dichiarato il legale, sottolineando come la famiglia sia pronta a sostenere ogni passo necessario per ottenere risposte.
Nel frattempo, mentre si attende il risultato degli esami medici, la città di Salerno si stringe attorno al dolore di chi ha perso Renato. La manifestazione a Fuorni è solo il primo gesto di un percorso che – nelle intenzioni di amici e familiari – non si fermerà finché non emergerà la verità. Una verità che, oggi più che mai, sembra essenziale non solo per onorare la memoria di un uomo, ma anche per interrogarsi sul rispetto dei diritti fondamentali dietro le mura di un carcere. Perché, come ricordato da una delle persone presenti alla veglia, "nessuno dovrebbe morire così, nel silenzio, dimenticato da tutto e da tutti".
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