di Massimiliano Catapano
Vincenzo De Luca torna a far sentire la sua voce sul tema dell’accesso alla Facoltà di Medicina, scagliandosi con forza contro il provvedimento recentemente approvato dal Governo, definito "inutile" e "fuorviante". Per il presidente della Regione Campania, la tanto sbandierata eliminazione del numero chiuso sarebbe in realtà una "mossa truffaldina" che non modifica la sostanza del problema. "Non è stata affatto eliminata la selezione all’ingresso - ha affermato De Luca - ci troviamo di fronte all’ennesima legge truffa, l’ennesima decisione a metà. Il Governo ha diffuso una comunicazione ingannevole: la norma rimanda tutto a decreti legislativi futuri, i cui contenuti sono ancora da definire. Se ne riparlerà, forse, nell’anno accademico 2025/2026". Il Governatore, da tempo tra i principali oppositori del numero chiuso, non nasconde l’amarezza per quella che definisce una "presa in giro istituzionale", sottolineando come non sia stato previsto nemmeno un euro di finanziamento per accompagnare la riforma.
"Non solo si rinvia tutto di un anno, ma si ipotizza anche una soglia di sbarramento dopo i primi sei mesi di corso, riproponendo esattamente gli stessi limiti di oggi", ha aggiunto. "Non si sa quali esami dovranno affrontare gli studenti, né chi dovrà giudicarli. È un pasticcio burocratico indecifrabile". De Luca rivendica invece la proposta avanzata dalla Regione Campania, che punta dritta all’abolizione immediata del numero chiuso e all’apertura totale delle iscrizioni ai corsi di laurea in Medicina su tutto il territorio nazionale. "Lasciamo che siano i ragazzi a scegliere dove studiare. L’unica selezione legittima è quella che passa per la serietà degli esami e il rigore del percorso formativo. Questo sì che è merito, questa sì che è una selezione vera", ha dichiarato con fermezza. Da tempo la Campania si è fatta portavoce di questa battaglia, che tocca da vicino migliaia di giovani aspiranti medici ogni anno. Secondo De Luca, continuare a mantenere una selezione artificiale e mal congegnata all’ingresso significa solo scoraggiare il talento e alimentare un sistema che non riesce più a rispondere alla carenza cronica di personale sanitario. "Abbiamo bisogno di più medici, non di barriere all’accesso. - ha concluso - Se vogliamo affrontare seriamente il problema, occorre il coraggio di cambiare davvero. E questo, ancora una volta, non lo stiamo facendo".
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