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Deadpool e Wolverine, ingresso con stile

27/07/2024

È da poco uscito uno dei cinecomic più attesi dell’anno; Daedpool e Wolverine. Questo film, oltre all’importanza data dalla fanbase per la collaborazione dei due mutanti autorigeneranti per eccellenza, segna l’ingresso del mercenario burlone nel MCU (o meglio MCM, dato che oramai più che Univers si parla di Multiverse). È il momento di dare un occhio critico a questa pellicola che, nonostante tutte le critiche che si possono sollevare, è comunque un successo storico su più fronti: economico in primis, dato il successo al botteghino, ma anche un successo degli investimenti Disney che finalmente riescono ad inglobare tutto il mondo fumettistico Marvel. Prima di procedere, si ricorda che il seguente articolo contiene spoiler, anche importanti, sulla trama e di conseguenza si consiglia la lettura solo a film già visto.

Prima un po’ di trama

Deadpool e Wolverine è un film pazzo, malato e poco family friendly; insomma, se avete amate Deadpool del 2016 allora è probabile che amerete questo film. Deadpool III porta tutti gli stereotipi e tutte le gag tipiche del franchise alla massima potenza, arricchite da un budget che consente la realizzazione di effetti speciali fatti a regola d’arte e un cast da far rabbrividire anche i grandi colossal degli oscar.

La trama, ironicamente, gira proprio attorno all’introduzione di Deadpool nell’universo cinematografico della Marvel, con la TVA (l’agenzia temporale presente anche in “Loki”) che ci spiega come funziona il multiverso. Meccanismo che, in effetti, è una grande metafora dell’editoria fumettistica: esiste un’ancora (o più ancore, non viene specificato che ci sia una ed una sola ancora per ogni universo) la quale tiene su il suo universo semplicemente esistendo e, alla sua scomparsa, l’universo si sgretola nel tempo. L’ancora dell’universo di Deadpool era Logan, morto nel finale dell’omonimo film. La TVA ha un piano per accelerare la distruzione dell’universo dei mutanti di modo da rendere il multiverso “più pulito”, ma “i piani alti” hanno deciso di salvare Deadpool perché ritenuto speciale. Inutile dire come i piani alti siamo noi spettatori, i quali hanno apprezzato nell’universo degli X men solamente i film di Deadpool. Come da curriculm però, Wilson si lancia in una missione suicida per recuperare un altro Wolverine da sostituire al suo per creare una nuova ancora e salvare il suo universo. Nonostante il piano sia un suicidio annunciato, pazzo e fallimentare, proprio per il genere di film che si guarda il piano ha inspiegabilmente successo, fra umorismo, gag e stupidaggini insensate che in un film Disney non abbiamo mai avuto la fortuna di guardare.  Da notare che non è chiaro se la nuova ancora sia il nuovo Wolverine oppure Wolverine e Deadpool insieme, dato che è il loro gesto ad aver rigenerato l’universo nel finale, lasciando il tutto ad aperta interpretazione.

Battute, tante battute

La cosa più importante in un film di Deadpool è però una sola: l’umorismo. Il primo punto su cui deve andare la nostra attenzione sono le numerose rotture della quarta parete effettuate da Deadpool, che sono aumentate rispetto al secondo capitolo della saga. Tale fattore, per quanto di una comicità spiccata e brillante, potrebbero urtare qualche spettatore, nonostante, personalmente, trovi la quantità di rotture della quarta parete perfettamente al limite. Tali gag sono in effetti un segno distintivo della saga di Deadpool e la loro presenza è comunque una fonte di distinzione dagli altri cinecomic, ma la paura che man mano che la saga vada avanti esse aumentino fin troppo non è poca. Arrivati al terzo capitolo ho trovato come il loro quantitativo sia tutto sommato bilanciato e che già così si rischi di sorpassare il limite. Per quanto riguarda le gag in generale, invece, non ci si può lamentare. In questo film c’è un misto di comicità capace di far ridere tutti in sala. Si passa, infatti, da battute classiche del protagonista a sfondo pseudo-sessuale, a menzioni molto ricercate ai fumetti classici e ai film (sia concorrenza che marvel), riuscendo a coniugare dei generi di umorismo molto vari, armonizzandoli fra loro. Ho trovato molto calzanti (e dovute) le numerose battute sulla Fox, ex-detentore dei diritti del personaggio, dato che, a pensarci bene, tutti gli spettatori si sono sentiti come Deadpool quando abbiamo saputo la notizia che il Mercenario chiacchierone sia entrato nella casa di topolino. È da elogiare a quest’ultima che, nonostante il tono estremamente maturo che il film abbia, essa non abbia mutato lo spirito della saga, non coinvolgendo Deadpool nel processo di inshitment avviato sull’MCU, magari imparando dagli errori passati che gravano sul nome della compagnia.

E il cattivo?

Il cattivo può risultare il tasto dolente di questo film. Sebbene teoricamente il villain sia la sorella di Xavier, Cassandra Nova, mai venuta alla luce nei film poiché mandata nel Void appena nata, non è molto centrale. Qualcuno potrebbe pensare che i cattivi siano la TVA e non avrebbe poi così torto, ma anche qui qualcosa non torna. La realtà è che Deadpool e Wolverine non è un cinecomic tradizionale, con il cattivo che avanza di pari passo ai buoni (che in questo caso tanto buoni non sono) cercando di attuare un piano… In questo film, in verità, tutti i personaggi sono pseudo-comparse che interagiscono con Deadpool. Sebbene ci siano teoricamente due cattivi, il film è molto più incentrato sullo sviluppo dei protagonisti, delle loro ambizioni e soprattutto del loro rapporto, facendoti quasi dimenticare non solo che ci sia un cattivo, ma che ci sia bisogno di un cattivo. Sebbene questa svolta innovativa segni che il film è riuscito pienamente nel suo intento, al classico fan dei villain ben impostati potrebbe comprensibilmente far storcere il naso.

Il verdetto

Deadpool e Wolverine è un cinecomic tecnicamente spettacolare, non tradizionale e pazzissimo; insomma, cosa si può chieder di meglio? Il mercenario chiacchierone fa il suo ingresso in grande stile, di modo che nessuno si potrà mai dimenticar di lui. Sicuramente chi non lo ha visto potrà godersi la visione anche alla luce degli spoiler che ho illustrato, perché la ricchezza di questo film sta nel suo sviluppo e nelle sue micro-trame, più che nella storia generale. Come ogni film della saga, il terzo capitolo è un film che parla di cose serie ed importanti, ma fa passare il suo messaggio con una metodologia non convenzionale, irriverente e degna di un chiacchierone come si deve. Oggi questo film è un capolavoro e sarà sicuramente considerato negli anni come uno dei migliori cinecomic usciti della storia.

 

 

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